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25 Ottobre 2021

La giornata delle Nazioni Unite: 76 anni di attività all’insegna di pace, diritti umani e sostenibilità

Stiamo vivendo un momento storico di grandi cambiamenti e di grandi incertezze: transizione ecologica, crisi pandemica, sviluppo sostenibile sociale ed economico rappresentano il contesto all’interno del quale ognuno di noi cresce, lavora, si forma e si informa. È un periodo apparentemente senza precedenti, ma se torniamo indietro di qualche decade, possiamo ritrovare un altro punto di profonda trasformazione ed evoluzione: la fine della seconda guerra mondiale e la nascita delle Nazioni Unite.

La nascita dell’Organizzazione Mondiale e il ruolo delle Nazioni Unite

Nel 1945, mentre la seconda guerra mondiale stava per finire, le nazioni erano in rovina e il mondo voleva la pace. Così, i rappresentanti di 50 paesi si sono riuniti a San Francisco in una conferenza che ha portato alla stesura della Carta delle Nazioni Unite. Quattro mesi più tardi, il 24 ottobre 1945, la Carta delle Nazioni Unite è entrata in vigore e le Nazioni Unite hanno iniziato ufficialmente le loro attività.
Al momento della fondazione, le Nazioni Unite contavano 51 Stati membri, numero cresciuto nel corso degli anni fino ad arrivare oggigiorno a 193.

A più di 75 anni dalla nascita, le Nazioni Unite ancora operano per mantenere la pace e la sicurezza internazionali, per fornire assistenza umanitaria a chi ne ha bisogno, per proteggere e promuovere i diritti umani e supportare il diritto internazionale.

Lo sviluppo sostenibile

La definizione di sviluppo sostenibile a cui oggi si fa riferimento, compare per la prima volta nel report “Our Common Future” (anche noto come il report di Brundtland) pubblicato nel 1987 dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite presieduta dalla norvegese Gro Harlem Brundtland.

“Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri” – Gro Harlem Brundtland, Presidente della Commissione Mondiale su Ambiente e Sviluppo 1987

Il concetto, in seguito approvato dalle Nazioni Unite, è oggi diventato la definizione a cui tutto il mondo fa riferimento per parlare di sviluppo sostenibile.

Il Global Compact delle Nazioni Unite

Il Global Compact nasce nel 1999 da un’idea dell’allora segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan il quale invitò i leader dell’economia mondiale a sottoscrivere con le Nazioni Unite un “Patto Globale” per promuovere un’economia sostenibile. Per la prima volta si è manifestata la volontà di allineare gli obiettivi della comunità internazionale con quelli degli interessi privati del mondo degli affari.
Oggi il Global Compact delle Nazioni Unite è un’iniziativa volontaria che promuove 10 principi base su diritti umani, lavoro dignitoso, protezione dell’ambiente e lotta alla corruzione attraverso azioni politiche, pratiche aziendali, comportamenti sociali e civili.

FITT e l’adesione al Global Compact delle Nazioni Unite

Per il trasporto di liquidi e gas, la plastica, in virtù di alcune specifiche proprietà, garantisce ancora le migliori performance e, al contempo, il più basso impatto ambientale tra le alternative ad oggi disponibili.

FITT continua quindi a lavorare con questo materiale, consapevole che questa attività, se condotta in modo responsabile, può essere compatibile e utile per il futuro del Pianeta.

Per FITT, il percorso di responsabilità d’impresa è basato su tre principi fondamentali: innovazione, per creare prodotti più e performanti e a ridotto impatto ambientale. Trasparenza, per misurare e comunicare chiaramente la propria impronta ecologica. E, infine, interdipendenza, perché l’azione sinergica permette un cambiamento più rapido ed efficace.
In virtù del principio di interdipendenza, FITT ha scelto di adottare dei riferimenti internazionali e di aderire al Global Compact: si è pubblicamente impegnata con le Nazioni Unite nel condividere, sostenere e applicare nella propria sfera di influenza un insieme di principi fondamentali riguardanti diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione, al fine di promuovere un’economia globale sostenibile.

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